Martedì, 20 Novembre 2018 14:47

“Fedeltà creativa per servire profeticamente”: incontro delle famiglie carismatiche

“Fedeltà creativa per servire profeticamente”: incontro delle famiglie carismatiche

Durante le due giornate di incontro delle famiglie carismatiche dal tema “Fedeltà creativa per servire profeticamente” la riflessione si è su sviluppata su due punti:
- Come narrare un carisma in questo nostro tempo
(sabato 17 novembre)
- I giovani, la vocazione e la testimonianza del carisma
(domenica 18)

Trasmettere il carisma non è immediato né semplice, occorre sapere quali sono gli aspetti che si vuole mettere in risalto perché la trasmissione sia efficace, oltre ad avere ben presente i destinatari del messaggio, specialmente bambini o giovani, il futuro del mondo …la proposta per i lavori di gruppo era indirizzata a rispondere a questa domanda: come colpire gli ascoltatori proponendo una storia relativa ad un santo, per trasmetterne il carisma in modo che parli alla loro vita? Tre le figure di santi proposte su cui lavorare: Francesco, Caterina da Siena e Giuseppe Moscati.

La tecnica dello story-telling può aiutare, come spiega Maria Emiliana Russo durante la relazione “Raccontare il carisma oggi”: viviamo in una dimensione narrativa che raccontiamo, ascoltiamo, studiamo, e abbiamo risposte multisensoriali. La narrazione coinvolge le emozioni, che vengono sollecitate dallo “storyteller” nel suo pubblico. Le modalità possono essere diverse:  narrazione animata, drammatizzazione teatrale, viaggio attraverso luoghi, lettura di un'opera d’arte, gioco di ruolo… che prevedano un coinvolgimento attivo, un’esperienza diretta.

Il fondamento è la ricerca della propria, personale ed esclusiva vocazione nell’incontro personale con il Signore, perché ciascuno possa realizzarsi in pienezza e raggiungere una gioia autentica e duratura, quella che Lui ci ha promesso. La scelta deve essere accompagnata ma lasciata libera, nella varietà dei carismi, perché ognuno trovi la propria unica e speciale collocazione nella Chiesa.

I santi possono sempre parlare al cuore, a noi sta la responsabilità di saper veicolare il messaggio in modo attuale, perché colpisca l’ascoltatore e lo coinvolga, lo renda soggetto attivo, partecipe, protagonista del proprio cammino di fede.

La storia deve mettere in gioco le nostre emozioni, così come la vita è un susseguirsi di stati d’animo e non semplicemente di eventi; deve raggiungere tutti, ma parlare a ciascuno in modo speciale.

Proprio per l’universalità del messaggio, occorre che la possibilità di riceverlo sia data a tutti, anche a chi, per situazione di difficoltà, come i non vedenti, non può essere raggiunto ad esempio da immagini, dalla bellezza di opere d'arte, se non attraverso una mediazione… in questo caso l’accompagnamento e la vicinanza possono aprire nuovi orizzonti in un arricchimento reciproco tra il non vedente e chi lo affianca, come ha spiegato Anna Grossi durante la relazione “Narrare e ‘toccare‘ un carisma in questo nostro tempo”, spiegando le grandi potenzialità emerse da questa esperienza di condivisione.

Durante la giornata di domenica i giovani hanno portato alcune testimonianze : Marzia ed Enrico, una coppia di giovani educatori delle famiglie dei Giuseppini di s.Murialdo, Rosita, una laica Pallottina, Carlotta del movimento giovanile “Costruire” (Oblati di Maria Immacolata) e Marco, un salesiano cooperatore, animatore in oratorio, giornalista e scrittore,  hanno raccontato la loro esperienza concreta, il percorso di scoperta della propria vocazione.

La condivisione ci aiuta ad avere la consapevolezza di essere non “noi e la Chiesa”, ma di essere tutti Chiesa, soggetti partecipi alla sua costruzione.

La giornata è stata introdotta da don Tonino Palmese, presidente della fondazione Polis per i familiari delle vittime innocenti della criminalità. Don Tonino ha sottolineato come il punto di partenza di un cammino di scoperta della propria vocazione sia acquisire la consapevolezza di “essere creduti”, cioè di sentire che qualcuno crede in noi. Da qui parte il fondamento di ogni relazione, di cui siamo tutti alla ricerca nel profondo.  Per questo è importante trasmettere ai giovani questa consapevolezza avendo fiducia in loro, perché sappiamo che non siamo noi con le nostre forze a realizzare cose grandi, ma è Dio che, trovando disponibilità e apertura nel cuore dell’uomo, opera in noi le sue meraviglie, facendo così camminare la Chiesa verso il futuro.