Don Luca Ingrascì, FDP , con questa sua pubblicazione,  sottolinea che compito di ogni cristiano è “annunciare la Bellezza” e questo implica “il dire” Dio in modo bello.

Il volto dell’uomo dei dolori che soffre per amore nostro è la rivelazione della Bellezza che salva. E’ fuor di dubbio che il patrimonio artistico ispirato dalla fede cristiana non è solo un formidabile strumento di catechesi ma una vera e propria via privilegiata per l’evangelizzazione.

Nel suo testo don Luca mostra come la musica di ispirazione cristiana sia un canale speciale per “dire e far vedere Dio” all’uomo di oggi così tanto refrattario alle pure dimostrazioni teologiche, ai testi aridi di una evangelizzazione fredda e distaccata.

La musica, come la teologia, confina con l’inesprimibile, l’ineffabile perché entrambi hanno a che fare con delle forme di linguaggio dell’anima, che il semplice linguaggio verbale non può esprimere del tutto.

                                  La redazione  augura a tutti " Buona Lettura"

Sabato, 16 Gennaio 2021 16:11

II Domenica del Tempo Ordinario - Anno B

In questa domenica la Parola di Dio ci porta a riflettere su ciò che "desideriamo veramente" (scarica il video) : Videro dove dimorava e rimasero con Lui! (leggi la catechesi di padre Gaetano Piccolo)

 

 

 

Oggi , 11 gennaio 2021, è stata promulgata in forma di Motu Proprio “Spiritus Domini”  la disposizione con cui Papa Francesco modifica il canone 230 del codice di diritto canonico e concede alle donne l’accesso ai ministeri del lettorato e dell’accolitato.

Il Papa sottolinea che lo sviluppo dottrinale a cui si è giunti  “ha messo in luce come determinati ministeri istituiti dalla Chiesa hanno per fondamento la comune condizione di battezzato e il sacerdozio regale ricevuto nel Sacramento del Battesimo” . Pertanto il Sommo Pontefice dichiara che “I laici che abbiano l’età e le doti determinate con decreto dalla Conferenza Episcopale, possono essere assunti stabilmente, mediante il rito liturgico stabilito, ai ministeri di lettori e di accoliti; tuttavia tale conferimento non attribuisce loro il diritto al sostentamento o alla rimunerazione da parte della Chiesa”.

Riportiamo uno stralcio dell’ OMELIA DI PAPA FRANCESCO in occasione della  solennità dell’Epifania

Adorare il Signore non è facile, perché non è un fatto immediato ma esige una maturità spirituale, frutto di un cammino interiore, a volte lungo. L’uomo ha bisogno di adorare ma rischia di sbagliare la direzione: può adorare Dio o gli idoli. Dobbiamo dedicare più tempo alla preghiera di adorazione, imparare a contemplare il Signore. Mettiamoci alla scuola dei magi per trarre alcuni insegnamenti utili: come loro dobbiamo prostrarci e adorare il Signore, ma … sul serio e non certamente come avrebbe voluto fare Erode.

Essere adoratori significa: alzare gli occhi, mettersi in viaggio e vedere

Nella Chiesa primitiva, ancor prima che nascessero gli ordini religiosi, molte donne consacravano la loro vergintà al Signore . Si dovettero però attendere molti secoli perchè la Chiesa riconoscesse una nuova forma di vocazione: la consacrazione secolare. Ciò avvenne attraverso l'approvazione, da parte di Papa Pio XII, di un documento davvero rivoluzionario: la Provida Mater Ecclesia, i cui criteri e le cui indicazioni sarebbero poi stati ripresi e sviluppati nel Concilio Vaticano II. 

L'equipe di formazione ha predisposto una presentazione illustrativa del percorso che condusse all'emanazione di tale documento,la condividiamo con i nostri lettori.  

 

L'insoddisfazione è una caratteristica del nostro tempo . Ma l'insoddisfazione più profonda nasce da un inconfessato desiderio: quello di essere amati così per come siamo. Padre Gaetano Piccolo in questa sua meditazione, che noi riproponiamo anche in video, sottolinea come il battesimo di Gesù ,e quindi anche il nostro, ci dà risposte che producono vita: 

- Siamo amati ; - Siamo perdonati; - Siamo incontrati; - Siamo abbracciati; - Siamo riscattati 

 

In questa seconda domenica di Natale, la liturgia ci propone di nuovo il prologo di Giovanni; per la solennità dell’Epifania ascolteremo il racconto dei Magi, che si trova in Mt 2,1-12

Soffermiamoci sull’affermazione centrale del prologo(Gv 1,1-18 ) che è il cuore non solo del quarto vangelo, ma è il vertice di tutto il NT: Et Verbum caro factum est…  E il Verbo si fece carne, che un bel canto ha reso (tradotto) così: “Dio si è fatto come noi, per farci come Lui. Parole semplici, ma che sintetizzato molto bene il significato del Natale.  Questa «Parola», scrive Giovanni nel prologo, “si è fatta carne – sarx” (1,14), «Sarx», che viene tradotta abitualmente con «carne», è presente in tutti in Vangeli, ma soprattutto in Gv (12 volte). Però è in Paolo che le ricorrenze e anche le sfumature sono più numerose: un’ottantina di volte!

Cosa vuol dire che la “la Parola (logos) si è fatta carne (sarx) e venne ad abitare in mezzo a noi?”Nel prologo di Gv,  «carne» “è espressione di limite, caducità, temporalità, spazialità, mortalità”[1]. “È ciò che la teologia cristiana denominerà col termine «Incarnazione»”[2]Con l' «incarnazione» mediante il Figlio Gesù Cristo, divenuto vero uomo, Dio è entrato nella nostra storia e ha attraversato il male, il dolore, la morte.